The bling ring

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L’estate è finita e la stagione del ‘mi chiudo in casa a guardare i film e chi mi ama prenda un posto sul divanetto’ è iniziata.
Dopo mesi dedicati a video che non durano più di 40 minuti che giuro non ce la posso fare, per riprendere la film dipendenza dono due delle infinite ore di treno a Sofia, che di lei mi fido sempre.

Los Angeles. Un gruppo di ragazzette scortate da un gaio ragazzo, patologicamente aspiranti alla fama e alla vita da star, decide di fare visite notturne alle ville dei vip, convinti che non si debba solo guardare, ma anche toccare. L’obiettivo è uno e semplice: derubarli di vestiti, gioielli, borsette, rotoli di dollaroni, tutto quello che serve per emularle e sentirsi più vicini al loro status.
Facile: Paris Hilton è a Miami ad inaugurare nonsisachecosa? googola l’indirizzo e tac trovata la casa, chiave sotto lo zerbino e si entra. Ma non è che adesso tutti i vips hanno la testolina di Paris, e qualcuno in giro per la casa un paio di telecamere se le mette. Derubata Paris, Orlando Bloom e Lindsay Lohan, ed ecco che tra la lunga lista dei spunta lei urlsì, Audrina, che io pensavo: machittesencula oltre a mtv e me? e invece pure lei, vip.

Come ben si sa la storia è vera, magari la trasposizione non è proprio la vera verità, ma aspira ad esserlo. I ragazzetti ladruncoli ci sono stati davvero, e hanno fatto la fine che ci si aspetta, sì il carcere ma poi anche la fama, che se fai una mossa del genere io un plauso dico che te lo meriti. Il tutto è mostrato in un misto tra servizio di moda e diario confessionale, riprendendo furto dopo furto, facendoci arrivare tutta la noia che i ladruncoli sotto coca provavano. Ma non dico altro che poi dalla regia mi dicono che spoilero troppo, e allora stop, non metto neanche le gif di Emma Watson con la lingua di fuori, o forse si daiEmma-vs-Miley

E comunque io alla Sofia le voglio bene, e ne è testimone il poster di Maria Antoinette che mi segue da tre traslochi mezzo distrutto, la difendo da tutto quello che si può dire su Somewhere, per me solo cuori.
Ma con The bling ring però niente, nessuna emozione, niente tuffo al cuore. È rimasta la sua mezza ossessione per l’adolescenza (pre o post), la popolarità e la solitudine che ne consegue, ma niente a che vedere con la poesia cruda o delicata, che nasce già qui

primo corto dove c’è già tutto.
Mentre negli episodi precedenti sembrava di essere spettatori di un pezzetto di Sofia, dei suoi occhi e dei suoi ricordi, qui nulla, solo uno sguardo freddo e privo di coinvolgimento: così è stato e così ve lo racconto.
Su una cosa però non si può dire Nulla mai: la colonna sonora, Perfetta anche questa volta.

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Visto con: la delusione.

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