Dans la maison

nella-casa posterFrancia. Nel liceo Flaubert inizia il nuovo anno scolastico con una novità: gli studenti d’ora in poi porteranno la divisa e saranno quindi tutti uguali. Tra l’infinità di studenti, come in una scacchiera in blu e rosso, vediamo scorrere velocemente le loro facce fino a che i numeri della scacchiera si riducono a due, due facce, due ragazzi: i prescelti protagonisti di questa storia.
Il professor Germain, insegnante di francese, sta per iniziare l’anno con una nuova classe, alla consegna del primo tema tra la mediocrità diffusa spicca la scrittura di Claude: irriverente, sarcastica e un po’ crudele. Dopo aver passato l’intera estate seduto sulla panchina del parco ad osservare come un voyeur la casetta borghese del compagno Rapha, Claude con la scusa delle ripetizioni di trigonometria decide di entrare finalmente dentro la casa.
Di tema in tema ci viene raccontato, attraverso il suo personale sguardo e le sue parole, l’ingresso all’interno di una basica famiglia borghese che ci presenta come la famiglia perfetta, lasciandoci ogni volta con un cliffhanger degno di una serie tv. La curiosità del professore, come quello della moglie con cui condivide la lettura dei temi cresce così come il suo interesse verso l’alunno. E tra l’uguaglianza di tutti gli altri studenti Germain inizia a dedicare le sue ore extra al prescelto Claude, che con la scusa di affinarne lo stile di scrittura con la lettura dei classici e lezioni di efficacia narrativa – vedi schema ↓
                                       schema narrazione
(un personaggio desidera qualcosa, ma nella via trova degli ostacoli per poter soddisfare questo desiderio, compaiono rivali ed avversari. A volte però il conflitto non è tra l’eroe e qualcun altro, è con se stesso)

ne condiziona di conseguenza le mosse all’interno della casa e quindi della famiglia. La sfacciataggine del ragazzo, alimentata da un non troppo mascherato consenso da parte dell’insegnante portano Claude a entrare sempre di più all’interno delle dinamiche famigliari, cambiandone gli equilibri e creando squilibri. Come un Jeff de La finestra sul cortile, da un iniziale noia il suo voyeurismo lo porta ad una dipendenza e quindi ad un’interazione con ciò che succede all’interno dell’oggetto della sua curiosità, senza calcolare il rischio che ciò può comportare.
E come sempre vivaviva i film francesi! Ahh era da un po’ che non ne vedevo uno e questo ha proprio soddisfatto la mia voglia di ascoltare tutte quelle erre morbide e di racconti intriganti che si svolgono su più livelli (qui ce ne sono almeno 4-5), in cui realtà e finzione da ben distinti diventano così indistinguibili che ne esci stordito. E mentre ci viene mostrata la manipolazione tra insegnate-studente e  narratore-lettore noi veniamo disorientati dal regista che gioca con la nostra curiosità tipica da reality dipendenti.

Visto con: la mère